08 Mag Recensione | Mauro Maraschi, Rogozov, Terrarossa Edizioni
Terrarossa Edizioni, 2021, 246 pp, 16 euro e 50
La vita come un romanzo russo può essere il sottotitolo, nemmeno troppo cifrato, dell’illuminante esordio di Maraschi in cui le esistenze dei personaggi sono talmente improbabili che non si può fare a meno di crederci. Intanto, c’è un’idea. Non è scontato. Leggendo poi si scopre che si tratta di una matrioska di idee. A cominciare dal titolo, ispirato alla storia vera del medico russo Rogozov che da solo si asportò l’appendice, altrimenti sarebbe morto. Il coraggio della lucidità invoca la voce narrante mentre racconta di un padre, Ruggero Gargano, afflitto per il meteorismo della figlia, a cui pone rimedio attraverso la medicina alternativa. Peggiorando la situazione. In mezzo c’è la vita quotidiana e la tenace ricerca di un riconoscimento sociale, primo su tutti l’aspetto economico che affligge Ruggero. Che sia un’opera matura, frutto di un ingegno narrativo fuori dalle righe, lo si capisce dalla struttura tagliuzzata della storia; dallo sguardo grottesco che restituisce risate impagabili.
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