08 Mag Recensione | Marina Pierri, Lila, Giulio Perrone Editore
Giulio Perrone Editore, 2023, pag. 85, 15 euro
Il saggio della giornalista e studiosa barese, Marina Pierri, è un’elegia meditabonda dedicata al personaggio di Lila, l’anima oscura di Lenù ne L’amica geniale. Lila è la donna che nasce e ritorna nell’ombra. Colei attraversa la perdita (di un amore, di una figlia, della propria città) con l’eleganza di una sirena fuor d’acqua. “Lila” esplora un femminile inclusivo che mette insieme le scelte – spesso comuni – della vita. Pierri si rivolge a se stessa, la ragazza che a diciott’anni ha lasciato gli spettri di famiglia, la polvere delle strade perbene del Corso e l’orizzonte soave del lungomare di Bari. Come Lila – come noi – Pierri se ne è andata scoprendo il movente della fuga solo nella sparizione. «Lila è la chiave di volta, passe-partout, disegno che tutti gli altri disegni contiene, eppure è più simile a un collage, o a un découpage, come quello che lei stessa sforma.» Incrociando il memoir al quadrato semiotico con gli occhi a cuore di una lettrice vera, l’autrice esorcizza lo specchio riflesso dell’amicizia al femminile. Vitale, poetico, liberatorio.
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