15 Nov “L’uomo sole” di Saverio Giannini – #dopolavoroletterario n. 42
Dopo uno dei più appassioannti percorsi di editing, Saverio Giannini ha ridato nuova vita e luce al suo romanzo. Conoscere “L’uomo sole” è stato un po’ come conoscere un aspetto degli esseri umani che spesso sfugge. La vulnerabilità.questa di solito appartiene ai ragazzini. infatti il protagonista del romanzo di Saverio Giannini è un ragazzino. Ma dentro di sé contiene un mondo adulto. Genitori, insegnanti, ragazzi e ragazze dovrebbero essere molto grati anche a loro all’Uomo Sole. Spero tutti possano leggere presto le sue storie, dentro un libro.
L’UOMO SOLE
di Saverio Giannini
Prologo
Mi chiamo Samuel e sono uno zero.
Ho 18 anni e l’umore nero come il colore degli occhi, dei capelli e dei miei vestiti, ALL BLACKS.
Non ho mai avuto una ragazza, né un’amica o un amico, a parte Bauxie che non vedo da tempo, gli Alan Parsons Project che mi sparo per tutto il giorno, Rocky (Il più grande di tutti), YouTube e CB011.
Frequento l’ultimo anno di scuola e io odio la scuola perché odio Tomas e Giovanni.
Avete presente “Asso” Merrill e Johnny Lawrence2, i cattivi di Stand By Me e Karate Kid?
Belli, biondi, muscolosi , il mio incubo più grande.
Elementari, medie e superiori sono stati un inferno. Il merito è tutto loro.
Sono la vittima perfetta dei bulli.
La prima volta (avevo 10 anni) si sono presentati con l‘ineffabile sciacquata: mi hanno trascinato in bagno, ficcato la testa nella tazza del cesso e tirato l’acqua, facendomi la messa in piega.
In seguito hanno iniziato a insultarmi, deridermi, gridandomi davanti agli altri: “Acciughina”, “Vomito”, “Sfigato”: parole pesanti come macigni sul mio cuore.
Io non ho mai reagito .
Rimanevoin silenzio e immobile, pietrificato come una mummia, senza neanche piangere, ingoiando il sapore amaro delle lacrime.
Ho un padre e una madre ma è come se non ci fossero (tra qualche pagina capirete il perché) e un’unica grande ossessione: quella di accostare ogni persona che incontro a una celebrità.
Io, ad esempio, sono la fotocopia di Jeff Goldblum (Seth Brundle de La Mosca).
In classe siedo in fondo, agli ultimi banchi dove non c’è nessuno.
Resto alla larga da tutto e da tutti e, in particolare, da Tomas e Giovanni che vietano agli altri di guardarmi e di parlarmi
Le sento le cattiverie che dicono anche quando dialogano sottovoce:sono incise nella mia mente e non riesco a cancellarle.
“Sei una merda” bisbigliano e mi sento nuovamente uno schifo.
Nessuno mi saluta.
Nessuno mi sorride o mi chiede: “Come stai?”
La sedia accanto alla mia è sempre vuota e io attendo che un giorno qualcuno finalmente occupi quel posto.
Chissà, forse quel giorno sta arrivando.
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