10 Gen Anna Maria Ortese: una donna piena di grazia
“Da molto, moltissimo tempo, io detestavo con tutte le mie forze, senza quasi saperlo, la cosiddetta realtà: il meccanismo delle cose che sorgono nel tempo, e dal tempo sono distrutte. Questa realtà era per me incomprensibile e allucinante”.
Se per alcune scrittrici provo ammirazione e devozione da lettrice, per Anna Maria Ortese provo amore da scrittrice. Le voglio bene, è un pezzetto di me. Il pezzetto di me che scrive e che in ogni istante mi manca. Le nostre parole dialogano in una direzione simile: rifiuto (quasi totale) di appigli realistici. Scrivendo fuggiamo in cerca di un riparo dalla realtà.
“Scrivere è cercare la calma, e qualche volta trovarla. È tornare a casa. Lo stesso che leggere. Chi scrive o legge realmente, cioè solo per sé, rientra a casa; sta bene“.
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