23 Nov La vita inedita di una scrittrice #12
Il giro che ho fatto a Torino e a Milano è stato bello, in particolare quando durante l’incontro milanese mi sono detta da sola, forse parlandomi addosso e chiedo scusa, che io non mi percepisco. La domanda era intelligente, su me come donna che scrive e che vive il mondo editoriale. Solo che io, da quando sono in giro con dei trolley appesi alle braccia, non mi percepisco. Non mi guardo né in prima né in terza persona. Quando racconto in pubblico il mio romanzo, come l’ho scritto. Come mi è venuto in mente. Tutte cose che, oggettivamente, so ma che è come se non so. Ed ora capisco il motivo: non mi percepisco. Sono diventata una specie di libro aperto che, quando faccio per leggere, è scritto in una lingua che non conosco.
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