13 Mag Recensione | Enrico Macioci, Sfondate la porta ed entrate nella stanza buia, Terrarossa Edizioni
Terrarossa Edizioni, 14, 00 euro, 108 pp
Francesco ha sei anni, per lui l’infanzia è il primo tradimento, un’esperienza diversissima dalla sua percezione. Il 10 giugno 1981, il suo migliore amico, Christian, scompare. Negli stessi giorni, il giornalista Santalmassi, proclama in diretta televisiva: “Volevamo vedere un fatto di vita e abbiamo visto un fatto di morte”. L’Italia è prostrata davanti alla tragedia di Alfredo Rampi, finito dentro un pozzo alla stessa età dei due protagonisti. “Accostare il mondo del 1981 al mondo di oggi è come accostare (…) Maradona a Messi, un diario a Facebook. Da allora sono successe troppe cose, troppo in fretta, e se ficchi troppe cose in un lasso di tempo troppo breve il tempo si sfonda. Noi ci sfondiamo.” Il narratore, adulto e approdato all’oggi, riannoda i fili di vicende personali e storiche, con una voce lucida e calzante. La scrittura di Macioci crea uno scossone simbolico che funziona. Scava tra verità letteraria e realtà, lasciandoci scegliere da che parte stare.
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